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25 January 2021

Cure mediche: 3 mln di italiani rinunciano per difficoltà economiche e lockdown

Cure mediche: 3 mln di italiani rinunciano per difficoltà economiche e lockdown

Un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat ha fatto emergere un dato allarmante sulle cure mediche dei cittadini. 3 milioni di italiani, tra marzo e dicembre 2020, a causa di difficoltà economiche sopraggiunte per pandemia e lockdown, hanno dovuto rinunciare alle cure mediche.

L’indagine nasce per capire l’influenza del Covid sulla cura della salute.

Nell’analisi si scopre che 32,8 milioni di italiani si sono visti rimandare, se non addirittura annullare, visite, esami o operazioni in programma nel 2020. Circa 27,9 milioni di italiani, vale a dire ben il 73,6% di coloro che avevano in programma un appuntamento presso una struttura sanitaria, hanno subito uno o più rinvii, mentre 13 milioni di cittadini, pari a più di un paziente su tre (34,3%), hanno dovuto fare i conti con l’annullamento.

L’impatto del coronavirus sul sistema sanitario

A causa dell’emergenza i disservizi, come appuntamenti rimandati o addirittura annullati, hanno riguardato praticamente tutte le specialità. Quelle che ne hanno risentito di più sono, in percentuale, gastroenterologia e urologia (rispettivamente con l’81,2% e il 75% di pazienti che hanno subito ritardi o annullamenti su visite, esami od operazioni già programmate).

Ma anche le patologie molto gravi non sono state esenti da questo fenomeno. Ad esempio, hanno subito ritardi o annullamenti il 61,1% dei pazienti cardiologici ed il 47,2% di quelli oncologici. Mediamente, il rinvio è stato di quasi due mesi (53 giorni). Ma il dato ancor più preoccupante è che nel 68% dei casi l’appuntamento è stato rimandato sine die.

Rinunce “spontanee”

Secondo questa indagine, il 68,6% degli italiani, pari a circa 30 milioni di individui, ha rinunciato di propria iniziativa. Quindi, più della metà degli italiani nel 2020 ha scelto di propria iniziativa di rinunciare a prenotare o effettuare una o più visite, esami specialistici od operazioni.

Ma perché milioni di italiani hanno rinunciato ad una o più cure? Nel 71,3% dei casi lo hanno fatto per paura di contrarre il Covid recandosi in una struttura medica. Nel 19,7% perché scoraggiati dai lunghissimi tempi di attesa.

Ma ben il 20,9% del campione intervistato ha rinunciato per ragioni economiche e cioè, tra questi, per circa 3 milioni di individui le difficoltà sono sopraggiunte a causa di pandemia e lockdown.

Aumenta il ricorso alla sanità privata e ai prestiti per le cure mediche

Tra coloro che hanno subito un rinvio o un annullamento, il 30% ha scelto di svolgere il controllo in struttura privata.

Questa situazione infatti ha spinto molti italiani ad abbandonare la sanità pubblica in favore di quella privata. Sono quindi circa 7 milioni gli italiani che hanno scelto di spostare da una struttura pubblica ad una privata una o più visite. Chi si è rivolto ad una struttura privata ha dichiarato di aver speso, in media, 292 euro per singola visita, esame o operazione. Per far fronte ai costi legati alla sanità privata, il 73% ha pagato usando i propri risparmi, mentre il 16,6% ha fatto ricorso ad un’assicurazione sanitaria. Il 9% di chi è ricorso alla sanità privata, come circa 2,2 milioni di pazienti, ha dovuto chiedere un prestito ad amici, familiari o finanziarie.

Il ricorso ad un prestito per far fronte alle spese mediche è stato analizzato anche dall’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it. Dall’esame di oltre 125mila domande di finanziamento è emerso che, nel 2020, l’importo medio dei prestiti personali richiesti per questa motivazione è stato pari a 6.145 euro, da restituire in 53 rate (circa 4 anni e mezzo).

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