Blog


6 May 2024

L’esodo di 20mila medici, il 90% ha meno di 40 anni

L’esodo di 20mila medici, il 90% ha meno di 40 anni

“Domenico Crisarà, presidente dell’Ordine dei medici di Padova, si dispera: ‘L’ultimo certificato l’ho firmato due giorni fa’. Parla dei documenti, comunemente noti come ‘buona condotta’, necessari per richiedere al Ministero della Salute il good standing, una sorta di carta di onorabilità professionale necessaria per lavorare all’estero.

Crisarà rilascia tre o quattro di questi certificati ogni settimana e ogni volta prova una profonda frustrazione nel vedere giovani colleghi lasciare l’Italia dopo aver conseguito la laurea o la specializzazione. Un fenomeno in rapida crescita.

Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici più grande d’Europa, quello di Roma con 145.000 iscritti, ha fotografato questa situazione. ‘Nei primi tre mesi di quest’anno, i nostri uffici hanno emesso 500 documenti per l’estero. Il 90% dei richiedenti sono giovani tra i 35 e i 40 anni. Se la tendenza continua, nel 2024 ne perderemo quasi 20.000 a livello nazionale’.

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), che rappresenta oltre 428.000 iscritti agli albi, di cui 102.000 dirigenti di Asl e aziende ospedaliere, concorda: ‘Spererei che queste previsioni fossero sbagliate, ma purtroppo è la realtà. I giovani medici non protestano più. Se ne vanno e chiudono. È necessario un intervento straordinario sulla professione, piuttosto che concentrarsi solo sulle liste di attesa. Dobbiamo intervenire sulle cause anziché correre ai ripari con misure tampone’.

Le destinazioni preferite

Secondo i dati del sindacato Sumai, nel periodo 2019-2021 sono emigrati all’estero 21.397 medici, di cui 14.341 specialisti (escludendo coloro che sono partiti per motivi di studio). Dopo una pausa dovuta al Covid, la fuga sta accelerando nuovamente. A partire dal 2022, il numero di medici emigrati stabilmente all’estero ‘è nuovamente aumentato, forse delusi per non aver visto una stabilizzazione delle loro condizioni di lavoro legata all’emergenza pandemica’, stima Anelli. Attualmente, si stima che almeno 38.000 medici italiani siano all’estero.

La prospettiva di stipendi migliori e di contratti a tempo indeterminato è uno dei principali motivi che spingono i medici all’estero. La retribuzione media degli specialisti in Italia è al terz’ultimo posto in Europa, secondo i dati dell’Ocse. Le mete più ambite sono Israele, Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera, Belgio, Svezia, Canada e Irlanda.

Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano, osserva che ‘la corsa verso l’estero è ripresa a ritmi impressionanti, con il 30% in più di giovani medici che se ne vanno rispetto agli anni precedenti la pandemia’.

I Paesi del Golfo

Un altro flusso migratorio più limitato coinvolge i medici pensionati. Circa il 10% di essi sta considerando, o ha già programmato, di trasferirsi nei Paesi del Golfo, con l’intenzione di rimanervi per un breve periodo per integrare il proprio reddito. Qui gli stipendi sono il doppio o il triplo rispetto a quelli italiani, con una retribuzione che va dai 14.000 ai 20.000 euro al mese, oltre a benefici come alloggio, assistenza scolastica per i figli, agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche. Non sorprende quindi che il 90% del personale sanitario nei Paesi del Golfo sia straniero.

La carenza di specialisti

A Palermo, la situazione è particolarmente critica, riferisce il presidente locale Salvatore Amato. Oltre alla migrazione all’estero, si aggiunge anche la mobilità passiva. Molti laureati siciliani si trasferiscono al Nord per frequentare le scuole di specializzazione e, una volta completato il corso, decidono di rimanere. Ma il fenomeno non si verifica al contrario: chi si laurea al Nord e ottiene una borsa di studio in altre università non torna in Sicilia, lasciando posti vacanti. Amato si dispera: ‘Aiuto, mancano specialisti’.”

Fonte: corriere.it