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26 November 2023

Sanità, dal 2024 il Governo interviene sulle liste d’attesa.

Sanità, dal 2024 il Governo interviene sulle liste d’attesa.

Le liste d’attesa rappresentano una vergogna nazionale, e il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato durante la conferenza stampa di presentazione della Manovra 2024 che il governo intende porre fine a questa situazione attraverso un intervento decisivo. Tajani ha dichiarato che è inaccettabile che ogni italiano debba affrontare tempi biblici d’attesa per esami o visite in strutture sanitarie pubbliche.

“Non è possibile morire a causa di tumori o altre malattie solo perché si effettua una TAC quando purtroppo è troppo tardi”, ha attaccato Tajani, sottolineando che questa è una priorità che coinvolge l’intera cittadinanza italiana. Ha aggiunto che è necessario porre rimedio a questa vergogna, e la decisione presa rappresenta un segnale di grande importanza. La notizia dei risultati dei controlli effettuati dai NAS durante l’estate in oltre 1.300 strutture, che hanno evidenziato casi diffusi di liste d’attesa manipolate illegalmente da medici e infermieri per favorire amici e parenti, si è aggiunta a questa situazione. Nel frattempo, stanno emergendo iniziative di solidarietà, come la “visita sospesa”.

C’è incertezza riguardo ai tagli alla sanità? Gli allungamenti dei tempi di attesa si verificano anche a causa della carenza cronica di infermieri e medici, in un contesto in cui la situazione sanitaria italiana è drammatica, caratterizzata da cifre profondamente negative e la prospettiva di ulteriori tagli, soprattutto in 15 regioni.

Nel contesto della Manovra, Giorgia Meloni assicura che vengano destinati 2,3 miliardi alla sanità, dichiarando: “Ci sono 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto, e questi 3 miliardi sono destinati tutti a un’unica priorità per noi, ovvero l’abbattimento delle liste d’attesa. Intendiamo perseguire questa priorità attraverso due misure.” La prima misura è il rinnovo del contratto del comparto sanitario, mentre la seconda riguarda la detassazione sia degli straordinari che dei premi di risultato legati agli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa.

In merito alle voci sui presunti tagli, la premier sottolinea: “Negli ultimi giorni, ho sentito di tutto e ho assistito a molte polemiche sul fatto che avremmo tagliato i fondi per la sanità. Tuttavia, devo sottolineare che con i quasi 136 miliardi di euro che il Fondo Sanitario Nazionale raggiunge quest’anno, stiamo registrando l’investimento più elevato mai previsto per la sanità. Per fare un confronto, nel 2019, prima della pandemia di Covid-19, il Fondo sanitario ammontava a 115 miliardi di euro, 20 miliardi in meno rispetto agli anni pandemici in cui oscillava tra 122 e 127 miliardi di euro, compresi i fondi per i vaccini. Quindi, sembra eccessivo affermare che con 136 miliardi, questo governo stia tagliando nella sanità. Si può certo giocare con il fatto che in proporzione al Prodotto Interno Lordo scenda, come è successo in anni precedenti, ma fortunatamente ora il PIL è in crescita.”


Quali saranno i cambiamenti dal 2024 per le liste d’attesa relative a visite ed esami medici? Il governo si propone di affrontare la lunga e problematica questione della sanità, cercando di risolvere la situazione. La strategia adottata consiste nell’offrire un sostegno straordinario al settore privato. Le Regioni, insieme alle Asl locali e agli ospedali, sono chiamate a definire i tempi massimi che possono intercorrere tra la richiesta di una prestazione e la sua effettuazione.

Attualmente, esiste una legge del 1998 che prevede la possibilità di rivolgersi al settore privato pagando solo il ticket, nel caso in cui le liste d’attesa per visite mediche specialistiche o esami diagnostici risultino eccessivamente lunghe, ed una Direttiva Europea del 2011 recepita dall’Italia nel 2014 che permette di curarsi in uno dei paesi dell’Unione Europea per lo stesso motivo. In situazioni di prolungata attesa, è noto che molte persone si rivolgano al settore privato. Tuttavia, sia che si tratti di strutture convenzionate o non convenzionate, l’abbattimento delle liste d’attesa avviene comunque utilizzando finanziamenti del Servizio Sanitario Nazionale.

Sorge pertanto la domanda su perché non potenziare in modo stabile il personale nel settore pubblico. La decisione del governo di aumentare il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni mediche dalla sanità privata accreditata, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa, suscita perplessità. In pratica, a partire dal 2024, circa 500 milioni di euro saranno destinati ai privati accreditati, ma con l’obbligo di utilizzare tali fondi per ridurre i tempi di erogazione di visite, esami e interventi medici.

Attualmente, il funzionamento delle liste d’attesa è basato su diversi criteri, principalmente classi di priorità, che determinano i tempi di accesso alle prestazioni sanitarie. Per richiedere un esame, una visita specialistica o un intervento, è necessario avere una prescrizione da un medico, sia esso di base o specialista, sia pubblico che privato. La prescrizione, riportata sul ricettario SSN, deve includere informazioni cruciali come la natura della prestazione (prima visita/prestazione strumentale o accessi successivi), il quesito diagnostico che descrive il problema di salute motivante la richiesta e la classe di priorità che definisce i tempi di accesso.

Le classi di priorità stabilite nel Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa (PNGLA) e le relative spiegazioni sono le seguenti:

Per visite ed esami:

  • Classe U (Urgente): prestazioni da eseguire nel più breve tempo possibile, entro 72 ore.
  • Classe B (Breve): prestazioni da eseguire entro 10 giorni.
  • Classe D (Differibile): prestazioni da eseguire entro 30 giorni per le visite e entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici.
  • Classe P (Programmata): prestazioni da eseguire entro 120 giorni.

Per gli interventi:

  • Classe A: ricovero entro 30 giorni per casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente o causare grave pregiudizio alla prognosi.
  • Classe B: ricovero entro 60 giorni per casi clinici con intenso dolore, gravi disfunzioni o grave disabilità, ma senza tendenza ad aggravarsi rapidamente.
  • Classe C: ricovero entro 180 giorni per casi clinici con minimo dolore, disfunzione o disabilità, senza tendenza ad aggravarsi.
  • Classe D: ricovero senza attesa massima definita per casi clinici che non causano alcun dolore, disfunzione o disabilità, ma devono comunque essere effettuati almeno entro 12 mesi.

Per prenotare una visita o un esame e conoscere i tempi di attesa, è importante tenere presente che le procedure possono variare a livello locale. Solitamente, le opzioni di prenotazione includono:

CUP telefonico e/o CUP online regionale: Il Centro Unico di Prenotazione, sia tramite chiamata telefonica che attraverso il portale online regionale.

Sportello fisico CUP regionale: Un punto di assistenza fisico presso l’ufficio del Centro Unico di Prenotazione della regione.

Farmacia: In alcuni casi, è possibile prenotare prestazioni sanitarie direttamente presso le farmacie di comunità.

Medico di Medicina Generale (MMG)/Pediatra di Libera Scelta (PLS): Il proprio medico di base può essere coinvolto nel processo di prenotazione.

Ogni regione dovrebbe disporre di un sistema di prenotazione online CUP aggiornato in tempo reale, consentendo di consultare i tempi di attesa per visite ed esami sia nel Servizio Sanitario Nazionale che nella libera professione intramoenia. Il sistema online CUP dovrebbe anche offrire la possibilità di prenotare e pagare la prestazione, richiedere e stampare il promemoria e ottenere informazioni sull’appuntamento.

Le informazioni sulle prestazioni e i relativi tempi massimi d’attesa, individuati dal Piano Nazionale, possono essere consultate dagli operatori sanitari attraverso l’Osservatorio Nazionale sulle liste d’attesa, istituito presso la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria nel 2019. Questo osservatorio coinvolge rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Regioni, oltre a organizzazioni civiche di tutela della salute.

Per i cittadini, è previsto che i tempi di attesa per la propria regione siano accessibili tramite il Portale della Trasparenza dei Servizi per la Salute, anche se attualmente potrebbe essere in fase Beta e quindi non ancora pienamente utilizzabile.


Se, durante la prenotazione, viene comunicato che la lista d’attesa per la prestazione necessaria è bloccata o se si superano i tempi massimi stabiliti, è consigliabile seguire alcune procedure. Come illustrato da Cittadinanzattiva, è utile segnalare l’incidente inviando una comunicazione ufficiale (raccomandata A/R o PEC) alla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria, all’Assessorato alla Sanità della propria Regione o direttamente a Cittadinanzattiva. È possibile utilizzare il modulo predisposto per richiedere lo sblocco delle liste e l’applicazione delle relative sanzioni. Nel frattempo, è consigliabile contattare il CUP per ottenere informazioni su eventuali alternative di strutture in grado di erogare la prestazione.

Se si verifica il superamento dei tempi massimi, la raccomandazione è inviare il modulo per richiedere l’individuazione di una struttura pubblica o convenzionata in grado di fornire la prestazione diagnostica o specialistica entro i limiti temporali stabiliti. In alternativa, si può richiedere l’autorizzazione per la prestazione in intramoenia senza costi aggiuntivi oltre al ticket. È consigliabile comunque iscriversi alla lista d’attesa, anche se le condizioni di prescrizione non vengono rispettate, al fine di documentare la difficoltà nel ottenere il diritto e poterlo dimostrare quando ci si rivolge successivamente all’ASL.

Fonte: quifinanza.it